“Dietro la maschera oltre il virus”. Una mostra all’aperto, nelle strade di Parma, dedicata a chi ha combattuto l’epidemia ogni giorno. Un progetto tra reportage, comunicazione seriale e installazione artistica. Un messaggio visivo che, oltre a offrire speranza, intende farci sentire parte della stessa battaglia.
“Il mio approccio resta quello di un fotoreporter attento a cogliere un gesto, un’espressione”. Il fotografo partenopeo racconta il lavoro sul set, microcosmo dove la realtà incontra l’immaginario, la fantasia sfocia nel vero e si generano innumerevoli storie di fotografia, eco del racconto cinematografico.
Viaggio tra i set dei film pornografici, dietro le quinte di un mondo parallelo che si rivela nella sua paradossale quotidianità. De Luigi si muove sul confine della rappresentazione cinematografica, svelando la realtà macchinosa della messa in scena e soffermandosi su inusuali aspetti personali dei protagonisti.
L’attore, apprezzato fotografo, ci racconta come è nata una passione lunga una vita: quella per la fotografia, che gli ha permesso di catturare attimi di vita sul set. Un sorprendente album visivo in bianco e nero, che offre una visione spontanea e originale del “dietro le quinte” di innumerevoli film.
A quarant’anni dalla scomparsa del regista del brivido, una mostra ne ripercorre la carriera attraverso le fotografie di scena e di backstage scattate sul set dei film della Universal Pictures. Uno dei quali, capolavoro senza tempo, ha per protagonista non solo il delitto, ma anche la fotografia.
Le fotografie del giovane Kubrick, brillante e promettente fotoreporter per la rivista “Look” prima di approdare al cinema: una preziosa testimonianza della precoce e straordinaria capacità narrativa del futuro regista.
Acclamato regista nonché fotografo di fama, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta Wenders impara l’arte cinematografica e trova nella Polaroid un elemento complementare alla sua ricerca. Con cui “gioca” per raccontare luoghi, spazi, incontri e ossessioni.
Intessuto di immagini familiari, di archivio e di altre girate a Venezia, il film mostra una sensibilità vicina alla fotografia. A una fotografia come pratica introspettiva, come conoscenza di sé attraverso i luoghi, che ha portato il regista ad indagare insieme il padre scomparso e la città.
Andrej A. Tarkovskij, figlio del grande regista russo, racconta l’intenso rapporto del padre con la Polaroid, utilizzata dal regista sul set e nella vita privata: insostituibile compagna di viaggio, strumento per congelare frammenti di realtà, per fermare il tempo e proiettarlo in uno spazio infinito e assoluto.
Dalla fotografia al cinema: le tappe e i geniali pionieri che hanno condotto alla nascita della settima arte.
“Domestica”, il nuovo lavoro di Silvia Camporesi edito da Postcart, è un diario intimo, un racconto per immagini, un album familiare nato nelle settimane del lockdown. Un libro curato nei più minuti dettagli, sino a farlo diventare un “libro d’artista”: immaginifico, surreale ed emozionante.
Un archivio di immagini, di segni che raccontano ciascuno di un’esperienza unica e irripetibile, quella del percorso psicoterapeutico. “Portraits of a Therapy” vuole rappresentare un nuovo ritratto della psicoterapia, liberandola da significati legati a paura o vergogna, e avvicinandola di più alle persone.
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