Stanley Kubrick, fotografo. L’altra lente di un genio del cinema

Da “Shoeshine Boy”, 1947.
di Dario Orlandi
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“Penso che se fossi andato al college non sarei mai diventato un regista!”. Così Stanley Kubrick introduce la sua precoce e brillante attività di fotoreporter per le pagine di Look, bisettimanale di costume e attualità stampato negli Stati Uniti dal 1937 al 1971.

Con un taglio più popolare della rivale Life, sofisticata e attenta alle grandi narrazioni, Look si muove nella quotidianità ricercando vicinanza di luoghi e situazioni con i propri lettori.

Sarà questa prossimità con le persone e la loro normalità a segnare indelebilmente lo sguardo del futuro regista, incoraggiando in lui quell’attenzione per la psicologia dei personaggi e del racconto che ne farà uno dei più importanti cineasti di sempre.

Uno dei primi lavori, How a monkey looks to people… how people look to a monkey (realizzato nel 1946, quando Kubrick aveva appena 18 anni), propone un interessante ribaltamento del punto di vista convenzionale di uno zoo, anticipando quella tendenza alla sociologia critica che sarà uno degli aspetti caratteristici delle future produzioni cinematografiche.

Un altro tratto che anticipa la maturità del regista è la curiosità per le relazioni umane che emerge nelle piccole storie alle quali Kubrick dedica un’attenzione meticolosa: lo spaesamento delle persone in attesa in un ambulatorio dentistico (Dentist’s office: Americans are dutiful but nervous dental patients, 1946), un’improvvisata acconciatura stradale fra amiche (Bronx street scene: the camera catches an off guard episode over a hairdo, 1946), i passanti còlti in gestualità irriverenti (People mugging, 1946), la vita nei penny market (The 5 and 10: it attracts all types and ages, 1947), nelle lavanderie automatiche (Wash day: Look  visits a Greenwich village self-service laundry, 1948) e gli sguardi assenti dei passeggeri in metropolitana (Life and love on the New York City subway, 1947).

Da “Life and love on the New York City subway,” 1947.

Nonostante la semplicità dei contesti, lo sguardo di Kubrick penetra e drammatizza le situazioni, esplorando i personaggi con attenzione e interesse: la normalità si ispessisce e i suoi protagonisti emergono dal sottofondo inerte per elevarsi a soggetti di racconti brevi, come nelle mani dei migliori narratori.

La capacità drammatica emerge anche nelle numerose biografie di personaggi celebri, dello sport – come in Bobby Ruffin and Willie Beltram (1947), Prizefighter: Walter Cartier is a young, strong middleweight struggling along in sport’s toughest business (1949), Rocky Graziano: he’s a good boy now (1950) – e dello spettacolo, come nei lavori Peter Arno…sophisticated cartoonist” (1949) e Faye Emerson: young lady in a hurry (1950). Anche qui la narrazione ufficiale del personaggio pubblico lascia spazio a uno sguardo più profondo e autentico sulla persona, di cui le immagini rivelano la verità e la complessità emotiva.

Kubrick non esita a mettere in posa i propri soggetti, anticipando l’esigenza di controllo del dettaglio che manifesterà successivamente nella meticolosa gestione del set cinematografico e dimostrando da subito una straordinaria capacità di costruzione narrativa: le sue sequenze sono logiche e ordinate, un canovaccio che nella staticità della fotografia ricalca il continuum delle immagini in movimento. Sceneggia alla perfezione la faticosa vita di un giovane lustrascarpe (Shoeshine boy, 1947), descritta con uno stile realista e partecipe, ma libero da qualunque tentazione retorica. Con la stessa intensità racconta la storia di una giovane debuttante (The debutante who went to work, 1950), imbrigliata fra l’intimità dei suoi stati d’animo e l’ufficialità del gioco di società.

Da “Peter Arno… sophisticated cartoonist”, 1949. Il fumettista suona il piano nel suo appartamento di Park Avenue, New York.

Le fotografie del giovane Kubrick, raccolte nell’ampio volume di Taschen Through a different lens: Stanley Kubrick, photographs, sono una preziosa testimonianza della precoce e straordinaria capacità narrativa del futuro regista. Già in questi primi lavori emergono con chiarezza numerosi elementi della sua futura poetica, facendo di questo volume un affascinante percorso a ritroso nello sguardo di un giovane fotografo destinato a diventare un genio del cinema.

 

Il libro:
Luc Sante, Sean Corcoran, Donald Albrecht
Stanley Kubrick Photographs. Through a Different Lens
Taschen, 2018

 

 

 

 

Fotografie: Stanley Kubrick © SK Film Archives/Museum of the City of New York

 

10 novembre 2020

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