SI FEST. Il festival fotografico più longevo d’Italia

SI FEST 2021.
di Beatrice Bruni
_

Il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone è nato nel 1992 come Portfolio in Piazza sotto la guida di Lanfranco Colombo, e con l’entusiasmo e la competenza di un gruppo di “folli visionari” che per la prima volta in Italia realizzarono un progetto culturale di studio e approfondimento intorno alla fotografia. Oggi il festival compie i suoi trent’anni, è conosciuto a livello internazionale, e può essere annoverato tra i più importanti, amato e preso a modello. SI FEST si può dire orgogliosamente il festival di fotografia più longevo in Italia.

“Non avremmo mai pensato di arrivare a trent’anni di ‘Incontri di Fotografia a Savignano” afferma Mario Beltrambini, Vicepresidente dell’Associazione Savignano Immagini. In trent’anni abbiamo cambiato tre volte nome da Portfolio in Piazza a Festival Foto per poi diventare SI FEST: il cambiamento del nome alla nostra iniziativa andava di pari passo con la trasformazione della fotografia. Ci siamo girati spesso indietro a guardare il passato senza accorgerci di essere in un attimo già nel futuro della fotografia. Fotografia sempre più effimera, temporanea, che cambia continuamente pelle. Oggi ci risolleva da questa preoccupazione vedere tanti giovani seguire e dare un apporto al nostro Festival facendoci ben sperare in un futuro di persistenza e di continuazione del viaggio che abbiamo intrapreso”.

Grand Canyon, Arizona, 1995, Uguale ma diverso. Same But Different. © Arno Rafael Minkkinen

Sono numerosi i nomi degli artisti, autori, fotografi e studiosi di fotografia che in questi trent’anni hanno transitato da Savignano. Sono stati organizzatori, direttori, coordinatori, artisti in mostra: voglio ricordare alcuni nomi, tra i primi che aderirono al progetto, fino ad arrivare ad alcuni di quelli che ho avuto il piacere di vedere esposti nelle edizioni più recenti.

Mario Cresci, tra i primi autori presenti a SI FEST, per il trentennale ha realizzato un evocativo manifesto in tiratura limitata; si va poi da Guido Guidi a Franco Vaccari, da Gabriele Basilico a Olivo Barbieri, da Antonio Biasiucci a Nino Migliori, da Guido Harari a Toni Thorimbert. Solo qualche nome dalle più recenti edizioni: Max Pinckers, Richard Renaldi, Alessandro Imbriaco, Pietro Paolini, Mike Brodie, Larry Fink, Jacopo Benassi, Laura Pannack, Martina Bacigalupo, Emanuele Camerini, Giulia Mangione.

Da Crackland. © Luca Meola

“FUTURA. I domani della fotografia”. Con questo titolo il direttore artistico Denis Curti ha voluto celebrare il trentesimo compleanno di festival, con una riflessione cioè sul presente, partendo dal passato e nel tentativo di dare una fisionomia al futuro della fotografia. Il programma di questa trentesima edizione era molto ricco, come si conviene alle grandi occasioni; il piccolo centro romagnolo – come ogni anno – ha accolto nelle sue strade, nelle piazze, nei suoi palazzi e nei luoghi espositivi, l’appassionato e l’addetto ai lavori. L’atmosfera era molto gradevole, accogliente e inclusiva.

È stato difficile portare avanti il festival in questi ultimi due anni, anni in cui la pandemia ha dettato le regole e ha modificato il nostro modo di vivere; una vera e propria sfida. SI FEST ha vinto questa battaglia e il merito va alla grande professionalità degli organizzatori, di tutti i partecipanti, del direttore artistico Curti, tornato alla direzione dal 2019.

Da I megastore. © Marco Pesaresi

Questo territorio è intriso di arte e cultura fotografica da sempre. L’amministrazione sostiene il progetto con passione, serietà e presenza attiva. Un festival che trova una delle sue specificità in una forte connessione con il territorio, gli abitanti e le istituzioni. Il festival è nato come Portfolio in Piazza e la tradizione delle letture portfolio è rimasta essenziale nel tempo: ad essa è legato il prestigioso Premio Portfolio “Werther Colonna”. Quest’anno il premio è stato vinto da Luca Meola con Crackland, un intenso lavoro, tuttora in corso, sulla vita degli abitanti di Cracolândia, San Paolo, Brasile.

Un altro importante premio che viene conferito in occasione del festival è quello intitolato alla memoria del documentarista prematuramente scomparso Marco Pesaresi. Un legame, quello tra Savignano e Marco, che genera ogni anno momenti di viva commozione. Quest’anno Isa Perazzini, mamma del fotografo, e le figlie, hanno donato a Savignano l’intero archivio di Pesaresi, rilanciando ancora una volta il connubio tra l’autore e questo luogo. Inoltre, sono state esposte alcune fotografie dalla serie I megastore, ed è stato realizzato uno spazio dedicato alle sue opere.

Il Premio Marco Pesaresi è stato vinto quest’anno da Andrea de Franciscis con Delhirium, un racconto della eterogenea città di Delhi, che sarà in mostra nella prossima edizione di SI FEST, nel settembre 2022.

Da Delhirium. © Andrea De Franciscis

Il festival è costellato ogni anno da talk, eventi collaterali, presentazioni di libri, spettacoli, visite guidate alle mostre. Nel weekend inaugurale, che come ogni anno si è svolto a metà settembre, il pubblico ha potuto assistere ad una Lectio Magistralis del fotografo finlandese Arno Rafael Minkkinen, presente con Same But Different, una raccolta delle sue celeberrime immagini in cui si ritrae nudo in sintonia e fusione con il paesaggio naturale e selvaggio.

Uno degli aspetti più caratteristici e significativi del SI FEST è la sezione OFF.

SI FEST OFF esiste da dodici anni, e nel tempo è cresciuto in modo esponenziale, tanto da essere un vero e proprio piccolo festival nel festival, guidato fin dal primo anno dal direttore artistico Tomas Maggioli, di Associazione Cultura e Immagine. I progetti in mostra a SI FEST OFF sono selezionati tra quelli più meritevoli fra i partecipanti alla open call tematica: artisti emergenti di grande valore hanno esposto in questi anni a Palazzo Don Baronio, sede storica, recentemente ristrutturata.

Da Serre © Emanuela Bava/Covisioni

L’anno scorso, a causa dell’emergenza pandemica, si è voluto cambiare formula e presentare un racconto collettivo organico: se ne è occupato il collettivo Cesura, con il progetto Interludio, narrazione dell’incidenza della pandemia sulla nostra società. Nell’edizione 2021 si è scelto di proseguire su questa linea e si è affidato il compito di raccontare lo stato delle cose a un nuovo collettivo, Covisioni, nato proprio durante il primo lockdown.

Covisioni ha coinvolto quaranta fotografi provenienti da tutte le regioni italiane, chiamati allo scopo di analizzare, documentare, interpretare il mutare delle relazioni umane nell’epoca del Covid-19. Tra i fondatori e curatori del progetto: Jana Liskova, Francesca De Dominicis, Francesco Rucci. Un’installazione molto elegante, lavori autoriali, progetti che scavano nel profondo; una campagna fotografica a sfondo antropologico e sociale. Tra i lavori esposti ci hanno colpito molto le immagini di Emanuela Bava, con la bellissima serie Serre.

Il futuro della fotografia può ripartire da qui.

 

Sito web SI FEST: https://www.sifest.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *