Paul Graham – Europe: America. I segni della storia

di Dario Orlandi
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“How do you photograph the shadow of history? How do you do that without doing it the really obvious way, not doing a piece of photojournalism?. […] How do you photograph the detritus of that time? The legacy of it?”
Paul Graham

“A camera is a tool for learning how to see without a camera.”
Dorothea Lange

Promossa nel 2011 dalla Fundación Marcelo Botin di Santander (Spagna) e curata da Vicente Todolì, la mostra Europe: America ha riunito le due serie New Europe (1986-1992) e A shimmer of possibility (2004-2006) che Paul Graham ha dedicato rispettivamente al continente europeo negli anni immediatamente precedenti al concretizzarsi del progetto unitario e agli Stati Uniti agli albori del nuovo millennio.

Le due serie, concepite inizialmente come progetti distinti e affiancate con acume in questa interessante riedizione, esplorano la moltitudine di piccoli segni che definiscono le due culture e ne individuano comparativamente le criticità, proponendo una interpretazione laterale e radicale del concetto di cultura.
“Cos’è cultura?”, sembrano chiederci le immagini di Graham. Cultura sono i momenti iconici e apicali del vivere collettivo, oppure la moltitudine di frammenti che permeano da un sostrato profondo e lo rivelano, senza pianificazione, in gesti marginali solo apparentemente insignificanti?

Le immagini dedicate all’Europa raccontano identità, trascorsi e contraddizioni del Vecchio Continente in procinto di confederarsi come unione di stati (la data di nascita ufficiale dell’UE è il primo novembre 1993), aprendo alla riflessione sulle incognite del futuro: il veterano della Guerra civile spagnola che scruta l’incontrollata espansione urbanistica delle periferie di Madrid, la croce di David scalfita sul pilastro metallico di una costruzione berlinese, i segni di una sessualità prêt-à-porter nelle sale di un locale hard di Amsterdam, un capitello decorativo rivestito di filo spinato nei sobborghi di Belfast sono alcuni dei segni che l’occhio acutissimo del fotografo fissa col rigore metodologico del sociologo e la forza espressiva dell’artista. Indizi solo apparentemente disorganici che letti con occhio attento rivelano la trama di antiche criticità e la contingenza di nuovi interrogativi.

Lo sguardo sugli Stati Uniti si sposta verso il sociale, l’economico: figure ai margini della società compaiono in lunghe sequenze (tratto distintivo dello stile di Graham) come a sottolineare l’impossibilità di un racconto univoco della complessità dell’individuo. Lo squallore delle periferie desolate, il cibo spazzatura, le biografie incerte e ritualizzate in pratiche di consumo, i cliché della middle-class bianca, tutto converge verso il racconto di una società fortemente segnata dalle differenze socio-economiche, dall’individualismo e dalla solitudine.

Le immagini di Graham non indulgono mai al pittoresco, non imbellettano i propri soggetti con artifici formali; fissano i momenti per quel che sono, per quel che hanno da dire, con inquadrature sferzanti, marcate spesso dall’uso impietoso del flash. L’arte fotografica è arte di tracce, sembra rammentarci l’autore, dove le tracce, per rimanere tali, devono essere còlte, non accomodate. Il suo occhio si allarga dunque alla riflessione sul mezzo fotografico, al suo modo particolarissimo e irriverente di essere arte nelle cose.

Il lavoro di Graham – muovendosi lungo la strada indicata dai grandi maestri della fotografia diretta e portandola, con lucidità e coraggio, alle estreme conseguenze – è un capolavoro di profondità analitica e maturità di linguaggio, una sintesi perfetta fra lettura dell’oggetto e consapevolezza del mezzo.

Lo sguardo brillante e irriverente del fotografo inglese consegna alle nuove generazioni europee e statunitensi un prontuario per immagini dei grandi temi che si troveranno ad affrontare, tratteggiando – fra affinità e differenze – la complessa linea di demarcazione che corre lungo le due sponde del mondo occidentale.

 

IL LIBRO: Europe: America, a cura di Iwona Blazwick, Fundación Botin / La Fabrica, 2012.

 

tutte le immagini: © Paul Graham, Europe: America, a cura di Iwona Blazwick, Fundación Botin / La Fabrica, 2012

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