Joel Sternfeld – “American Prospects”. Riti e contraddizioni dell’America profonda

Interstate 79, Bridgeport, West Virginia, marzo 1983.
di Dario Orlandi
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Nato come street photographer e vincitore, grazie all’approccio stradale, della Guggenheim Fellowship, Joel Sternfeld avvia nel 1978 un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti – che durerà, a più riprese, fino al 1986 – alla ricerca dell’identità profonda del Paese, dei dilemmi e delle fragilità che lo contraddistinguono.

I tempi dilatati del progetto suggeriscono a Sternfeld il passaggio ad una macchina di grande formato, con inevitabili conseguenze sullo stile del suo lavoro: alle immagini rapide e impulsive della street photography si sostituiscono fotografie lente, meditate e ricche di dettaglio. Fotografie per scovare e rivelare gli aspetti più profondi del reale grazie alla loro capacità di fissare l’apparentemente insignificante e coglierne l’intrinseca complessità.

Nessun dettaglio passa inosservato al vaglio attento del fotografo che sin dalle prime pagine di American Prospects si ferma con sguardo acuto su piccoli aspetti del quotidiano, quasi irrilevanti per chi vi è immerso, ma non per questo meno significativi di un’identità e di una cultura: un gruppo di motociclisti che gode dell’ultimo sole disteso sopra un paesaggio sconfinato nello Utah, un anonimo cesto da basket sperduto in una distesa desertica in Arizona, un missile celebrativo dell’ “US Army” a decoro di una remota piazzola stradale in New Mexico.

McLean, Virginia, dicembre 1978.

Durante il lungo viaggio statunitense, lo sguardo del fotografo si sofferma divertito su situazioni dal sapore grottesco, come la famigliola in visita a una diga con a seguito il box per il figlio in fasce o il pompiere intento in un improvvisato shopping di zucche mentre in lontananza, dal tetto di un’abitazione, divampano corpose fiamme. Altre volte il sorriso si fa amaro, come nel caso del pescatore e della bagnante abbandonati ad un improbabile relax al cospetto di incombenti navi da guerra.

L’America profonda di Sternfeld emerge nei panorami delle grandi distese agricole e negli spaccati sulla produzione energetica del Paese; altre volte lo sguardo volge al passato industriale e agli interrogativi sull’epoca che seguirà, soffermandosi sulle strutture abbandonate, memorie di una spinta espansiva non sempre adeguata ai ritmi e ai tempi del territorio.

I rituali collettivi sono uno dei temi che attirano maggiormente l’attenzione del fotografo: dalle affollate piscine-divertimento (con l’immancabile concorso di bellezza) agli incontri di appassiti veterani di una qualche high-school, carichi di convenzionale ritualità.

Rustic Canyon, Santa Monica, California, maggio 1979.

La scelta dell’uso del colore smarca la fotografia di Sternfeld dalla grande tradizione documentaria americana, di cui è tuttavia certamente erede, per una ricerca meno sintetica e più legata all’osservazione dei fenomeni marginali nel loro manifestarsi naturale.

L’ampiezza delle inquadrature e i lunghi percorsi necessari per riconoscere e decodificare i dettagli significativi delle immagini fanno di Sternfeld un pioniere dello sguardo documentario moderno, che sottrae alla fotografia l’urgenza dell’attimo per restituirle i tempi infinitamente espansi dell’osservazione meditata.

 

Immagini: © 1987, 2019 Joel Sternfeld

 


Il libro:

Joel Sternfeld
American prospects
Steidl, 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

29 marzo 2021

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