di Beatrice Bruni
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Il festival di antropologia del contemporaneo Pistoia – Dialoghi sull’uomo ha appena chiuso i battenti, nel decimo anno dalla sua nascita, riscontrando un sempre crescente interesse da parte del pubblico, sotto l’accurata e capace guida di Giulia Cogoli, ideatrice e direttrice dei Dialoghi.
Dialoghi sull’uomo nasce con il preciso intento di capire la realtà che ci circonda. Il tema conduttore di quest’anno è stato “Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini”, tanto attuale quanto urgente. La stessa direttrice dei Dialoghi ha dichiarato: “Le culture sono cantieri sempre aperti, processi in continua evoluzione e lo scambio culturale è la norma, non l’eccezione. I Dialoghi credono che la cultura ci renda esseri umani migliori”.
Per tre giorni, la città di Pistoia si anima e accoglie una manifestazione ormai consolidata, amata e seguita di anno in anno, che ha visto sui palchi della città susseguirsi circa trecento relatori in questi prime dieci edizioni, spaziando tra sociologi, filosofi, psichiatri, antropologi, studiosi di scienze umane, scrittori, attori, saggisti.
All’interno di questo contenitore di cultura dell’umano non poteva certo mancare una parte dedicata alla fotografia, strumento di lettura del quotidiano, di ciò che accade nel mondo, di racconto, di informazione e suggestione.
Dopo i molti ospiti illustri, tra gli altri Ferdinando Scianna e Gianni Berengo Gardin, quest’anno, sul tema del con-vivere, la scelta dei curatori si è rivolta al lavoro di Paolo Pellegrin, in una mostra dal titolo “Confini di umanità”.
L’autore non ha bisogno di presentazioni. Pellegrin è un pluripremiato fotografo documentario, autore di importanti reportage da tutto il mondo. Membro effettivo dell’Agenzia Magnum dal 2005, ha raccolto i più importanti riconoscimenti fotografici, come il W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography e il Robert Capa Gold Medal Award, ed è stato per ben dieci volte vincitore del World Press Photo.
La mostra, pensata appositamente per Pistoia, e alcune delle cui fotografie sono inedite, si compone di una sessantina di immagini accolte negli spazi dedicati nel prestigioso Palazzo del Comune. L’autore dichiara di essersi concentrato sulla difficoltà di convivenza, sui conflitti, sull’incapacità di alcune parti del mondo di trovare la pace.
L’assenza di convivenza, gli ostacoli, le migrazioni, la sofferenza umana: visitando la mostra ci si immerge in una realtà faticosa, che vorremmo negare, non accettare, ma che è necessario conoscere, e far conoscere, perché la riflessione sui temi centrali dell’uomo non si spenga mai, ma venga alimentata dalla visione della conoscenza.
L’esperienza è immersiva; alcune immagini, stampe di varie dimensioni, in bianco e nero, molto contrastato, questo è il linguaggio dell’autore, ci portano a incontrare sguardi intensi, a leggere il terrore negli occhi degli ultimi, dei rifugiati, dei migranti, a osservare distruzione, macerie, sconfitte.
Gli scenari geografici sono quelli che tutti possiamo immaginare: Medio Oriente, Algeria, Grecia, Egitto, Iraq, ma anche la civilissima America con i suoi sobborghi sempre più poveri ed i muri innalzati senza pentimento.
Compare anche, in una grande stampa panoramica, un muro costruito a Gaza, sotto un cielo cupo e granuloso, in una visione dall’alto. Mi ha evocato, così bianco, obliquo e curvilineo, un lungo serpente, simbolo ingannatore del male e del dolore. L’autore ritiene che il suo ruolo di fotografo sia quello di creare documenti per la nostra memoria collettiva. Occorre dunque vedere immagini come queste, poiché il dibattito e il ragionamento sull’oggi non cada invano in un domani incerto e ancora più doloroso e divisivo.
PAOLO PELLEGRIN | CONFINI DI UMANITÀ
a cura di Annalisa D’Angelo
catalogo edito da Contrasto
Sale Affrescate del Palazzo Comunale
piazza del Duomo, Pistoia
24 maggio – 30 giugno 2019
lun – ven: 10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00
sab, dom e festivi: 10:00 – 18:00
31 maggio 2019