di Beatrice Bruni
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Martin Parr, fotografo britannico famoso in tutto il mondo, molto amato dal pubblico, curatore, editore, grande appassionato e collezionista instancabile di libri fotografici, pubblica nel 2012 Life’s a beach, curato da Xavier Barral per Aperture.
La carriera di Parr si è sviluppata di pari passo con il suo amore per la spiaggia. L’autore infatti pubblica nel 1986 il libro che lo posizionerà nell’empireo dei più grandi fotografi: The Last Resort, nel quale racconta la vita dell’uomo medio sulle spiagge di New Brighton, sulla costa inglese vicino a Liverpool, sottolineando in modo sarcastico ed ironico vizi e virtù dei suoi connazionali alle prese con la balneazione.
Da quel momento fotografa continuamente gente sulla spiaggia, viaggiando sulle coste di tutto il mondo. Tra i Paesi presenti: Italia, Stati Uniti, Giappone, Messico, Spagna, Thailandia, Cina, Brasile, Lituania, ed ovviamente Gran Bretagna.
Quella per la spiaggia è per Parr una vera e propria ossessione. L’autore spiega candidamente, e con il suo consueto sorriso sornione: “In America you have the street, in England we have the beach”.
Nell’autunno del 2012 esce il libro in cui sono raccolte queste immagini: Life’s a Beach, un’edizione limitata, mille esemplari, presentato a Paris Photo di quello stesso anno. Si tratta di un libro straordinario: formato album di famiglia, copertina rigida, rilegatura a vista, sopraccoperta con il titolo ed il nome dell’autore scritti a mano. Ciò che colpisce maggiormente ad un primo sguardo, sfogliando il volume, è la presenza di stampe reali circondate da una piccola cornice bianca, come in un vero album di famiglia, con gli angolini adesivi e le pagine separate da carta pergamena.
Il prodotto è costituito da 98 fotografie, molto colorate, nelle quali l’autore presenta ironicamente il fenomeno di massa del “sunbathing” e pratica un’esplorazione sociologica della vita di spiaggia, sul limite tra il cattivo gusto e l’assurdo, tra il kitsch e la più genuina umanità, che tutti noi esseri umani esprimiamo quando ci abbandoniamo senza freni al relax sguaiato, scomposto, sudato e goffo del vivere una giornata al mare.
Ne esce un’analisi notomizzante, non giudicante; del resto la vita è una spiaggia, la spiaggia è un po’ come la vita, e di fronte a questo siamo tutti uguali, quando le nostre dita dei piedi sono affondate nella sabbia, quando ci abbandoniamo ai piaceri semplici e agogniamo il momento in cui ci tufferemo in acqua, uguali in ogni parte del mondo, universali e rituali nelle nostre azioni, colorati e saturi, su carta decisamente glossy.
“You can read a lot about a country by looking at its beaches; across cultures, the beach is that rare public space in which all absurdities and quirky national behaviours can be found” *, sostiene Parr, ma in fondo anche lui sa bene che non ci importa che quella foto sia stata scattata in Cina o in Irlanda, ci interessa piuttosto che sia una foto di Martin Parr: punti di vista stravaganti, messa a fuoco ardita, colori sgargianti, posizioni umane insolite, persone muscolose o grasse, entrambe grottesche ma autentiche. Le stampe sono corredate da un vero tocco di classe dell’editore: dietro ad ognuna di esse si può leggere, in luogo del nome o del brand della carta o di un timbro con la data di stampa, la frase: “This picture is taken by Martin Parr”. Una delizia assoluta.
Nel 2013 esce una nuova edizione, forse quella maggiormente conosciuta dal pubblico. Life’s a beach si presenta questa volta in un piccolo formato, con una copertina di un rosa sgargiante, floreale, e con il titolo ed il nome dell’autore a caratteri dorati. Una copia che non passa inosservata nelle librerie! All’interno il design stesso del libro richiama, tra le immagini della spiaggia, ai colori splendenti dell’estate, ai teli mare, ai copricostume, ai buffi bikini. Stavolta le foto del libro non sono stampe, ma permane, anche in questo caso l’etichetta snapshot, l’immagine catturata da un curioso signore che si aggira per le spiagge con la fotocamera, indossando sandali e cappello alla pescatora. Un signore che è profondo conoscitore, non soltanto del suo paese, ma dell’antropologia umana, degli usi e delle tradizioni, dei tic e dei rituali, che ci fa divertire molto con le sue fotografie, ma che continua soprattutto a divertirsi con entusiasmo, e, grazie al cielo a prendersi e a prenderci non troppo sul serio.
*”È possibile capire molto di un Paese guardando le sue spiagge; in tutte le culture, la spiaggia è quel raro spazio pubblico in cui si possono trovare le assurdità e i comportamenti eccentrici tipici di ogni nazione”.
Il libro:
Martin Parr
Life’s a beach
Aperture/Xavier Barral, 2012
Fotografie: © Martin Parr/Magnum Photos
6 marzo 2019