La FIAF ed il Festival della Fotografia Italiana

di Luca Sorbo

Nel frammentato ed autoreferenziale panorama della fotografia italiana la FIAF è uno dei pochi punti fermi. Nata all’indomani della seconda guerra mondiale, è sempre stata un punto di riferimento per gli appassionati e spesso anche per i professionisti. La prima edizione del Festival della Fotografia Italiana nel 2024 è quindi una naturale evoluzione di questo impegno continuo, è un’assunzione di responsabilità verso questo linguaggio espressivo che in Italia è stato spesso trascurato. Negli ultimi decenni vi è stato un proliferare di festival, che hanno sì dato un loro contributo, ma nessuno ha avuto la capacità di coinvolgere tutte le voci della fotografia nazionale. La FIAF si aggiunge alle tante manifestazioni e con il prestigio della sua storia e la rete dei suoi soci prova ad indagare la complessa e contraddittoria realtà fotografica italiana.

Venezia 1960, in vaporetto

Il Festival è stato inaugurato il 14 giungo con il titolo DALLA TERRA ALLA LUNA.

Sarà visitabile fino al 6 ottobre nelle varie sedi del Casentino.

Durante il fine settimana di inaugurazione del festival sono stati organizzati degli “angoli di conversazione estemporanea” in alcuni spazi insoliti e invitanti, come i caffè all’aperto della città. Significativi autori come Guido Harari, Maurizio Galimberti, Paola Mattioli, Paolo Ventura e Toni Thorimbert hanno incontrato il pubblico e gli appassionati di fotografia per dialogare sui temi del festival e i progetti dei singoli autori.

Tutte le info sono reperibili sul sito www.festivaldellafotografiaitaliana.it e sul portale della FIAF www.fiaf.net

La direzione artistica è stata affidata a Denis Curti e Roberto Rossi. Attivi collaboratori sono stati Susanna Bertoni, Claudia Joan, Giulia Lovari, Fulvio Merlak, Claudio Pastrone, Roberto Puato, Silvia Tampucci e Samuele Visotti.

Harari Guido

Denis Curti nel saggio introduttivo del pregevole catalogo alla mostra principale al CIFA (Centro Italiano della Fotografia d’Autore) di Bibbiena, sottolinea la difficoltà di definire i principali autori che hanno caratterizzato la storia della fotografia in Italia. Sono stati scelti 100 fotografi ed è stata esposta una sola foto nel ex carcere della cittadina toscana. Denis Curti chiarisce che questo deve essere considerato solo un punto di partenza e che nelle future mostre si proverà ad individuare con maggiore precisione l’evoluzione storica delle impronte di luce nel Belpaese.

Ricordiamo che l’arte fotografica in Italia ha avuto molteplici espressioni e  che spesso si sono manifestate solo a livello provinciale e regionale e solo raramente a livello nazionale ed internazionale. La fotografia è, poi, una tecnica ed un linguaggio trasversale che coinvolgono numerosi aspetti della vita culturale e sociale e quindi è spesso molto difficile comparare i contributi dei singoli operatori. La FIAF ha sempre avuto una presenza in questa evoluzione, basti ricordare il ruolo dei circoli fotografici della Bussola e della Gondola che hanno caratterizzato tanta parte del dibattito culturale in fotografia nell’Italia del Dopoguerra. Per tutte queste ragioni la mostra, Fotografia Italiana, mappe, percorsi e linguaggi pur così ambiziosa è giustificata e sarà un punto di riferimento nel dibattito futuro.

Romano Cagnoni

Molto interessante nel chiostro di San Lorenzo l’esposizione di Barbara Zanon, che, utilizzando le potenzialità dell’intelligenza artificiale, realizza un finto, ma molto realistico reportage sulla traversata dei migranti del Mediterraneo, dal titolo Al di là dello sguardo. L’intelligenza artificiale pone problematiche di grande complessità in tutti i campi ed anche i fotografi si interrogano sul suo impatto nello specifico linguaggio delle impronte di luce, che ormai possono non essere impronte, ma hanno tutta la loro potenza evocativa.

Barbara Zanon – Al di là dello sguardo

Oltre alla cittadina di Bibbiena, che è diventata anche una galleria a cielo aperto con le tante foto dei maestri dislocate nel centro storico, sono state coinvolte nel progetto anche gli affascinanti borghi di Poppi e di Pratovecchio-Stia. Vi è la forte determinazione di trasformare ogni angolo di questo territorio in una vera e propria galleria, attraverso una serie di esposizioni dislocate in sedi prestigiose e siti di archeologia industriale.

A Poppi nel bellissimo castello di Conti Guidi vi è la mostra dedicata all’archivio di Eda Urbani (Livorno 1908-Torino 2001) dal titolo Scatti di Libertà.

Scrive a proposito di questa mostra Denis Curti: “Sul piano progettuale Eda Urbani è capace di seminare una quantità impressionante di appunti visivi nei quali raccoglie sguardi complici e vedute inebrianti. Prese in considerazione nella loro interezza, da queste tracce è possibile dedurre come la fotografia per lei ricopra un ruolo salvifico, quasi un passaporto sensoriale per fuggire da ruoli convenzionali. Nelle sue immagini si respira la delicatezza spassionata di Jaques Henri Lartigue, con il quale condivide l’arte del transitorio”.

Eda Urbani – Scatti di Libertà

A Palazzo Giorgi di Poppi e nel salone del Lanificio di Pratovecchio-Stia sono esposte le opere degli autori selezionati per confrontarsi con il tema del festival Dalla terra alla Luna. Il titolo, preso in prestito dallo scrittore Jules Verne, è stato il motore che ha guidato la ricerca visiva dei 10 autori coinvolti: Lorenzo Cicconi Massi, Simone Donati, Francesco Faraci, Simona Ghizzoni, Sara Munari, Raffaele Petralla, Edoardo Romagnoli, Stefano Schirato, Ilaria Sagaria, e Valentina Vannicola.

Tutti gli autori hanno prodotto opere di pregio. Segnalo in particolare le mostre di Francesco Faraci che con Atlante Umano Siciliano, utilizzando il linguaggio tradizionale del reportage realizza immagini di forte impatto della periferia di Palermo. Questo tipo di ricerca conferma la necessità di indagare continuamente il territorio, perché il fotografare in presenza è stato e sarà sempre uno dei punti di forza del linguaggio fotografico. Notevole anche la ricerca di Ilaria Sagaria che con Crisalidi indaga il mondo dell’adolescenza rivelandone, con delicatezza e poesia, le fragilità e la complessità. Comunque confermo che tutti i lavori sono di alto livello e meritano una visita approfondita.

Francesco Faraci – Atlante Umano Siciliano
Ilaria Sagaria – Crisalidi

Il Festival si impegna anche nella promozione e valorizzazione dell’editoria fotografica, essenziale per la diffusione della cultura visiva a livello nazionale e internazionale. Questo impegno si concretizza con l’istituzione del Premio Editoriale MARIÆ NIVIS 1567, dedicato esclusivamente ai libri fotografici di autori italiani, pubblicati da case editrici italiane o europee nei due anni precedenti la manifestazione. Dieci finalisti vedranno esposte le loro opere nel corso del festival. La cerimonia di premiazione, prevista a settembre, sarà il cuore di un fine settimana completamente dedicato all’editoria fotografica. Sono previsti anche presentazioni editoriali, talk e letture di fanzine.

Accompagnano il festival due cataloghi, entrambe interessanti a ben stampati. Il primo si intitola FOTOGRAFIA ITALIANA, mappe, percorsi e linguaggi a cura di Denis Curti e Roberto Rossi. Il secondo, sempre a cura di Denis Curti e Roberto Rossi, si intitola FESTIVAL FOTOGRAFIA ITALIANA, dalla Terra alla Luna, esplorazioni sulla Fotografia Italiana.

Per l’acquisto ed altre info rimando sempre al portale FIAF www.fiaf.net

 

 

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