Fotografia Europea 2021 – Largo ai sognatori!

"Tottori". Progetto vincitore della open call internazionale di Fotografia Europea 2021. © Marco Di Noia
di Dario Orlandi
_

Sulla luna, per piacere, non mandate un generale,
ne farebbe una caserma con la tromba e il caporale.
Non mandateci un banchiere sul satellite d’argento,
o lo mette in cassaforte per mostrarlo a pagamento.
Non mandateci un ministro col suo seguito di uscieri:
empirebbe di scartoffie i lunatici crateri.
Ha da essere un poeta sulla Luna ad allunare:
con la testa nella luna lui da un pezzo ci sa stare…
A sognar i più bei sogni è da un pezzo abituato:
sa sperare l’impossibile anche quando è disperato.
Or che i sogni e le speranze si fan veri come fiori,
sulla luna e sulla terra fate largo ai sognatori!
(Gianni Rodari)

Costretto a una repentina serrata dall’emergenza pandemica dell’inverno 2020, Fotografia Europea di Reggio Emilia ha riaperto i battenti con un’edizione 2021 che ha mantenuto il titolo dell’anno precedente, ispirato alla memoria di Gianni Rodari, ampliandone la lettura ad un’attualità drammatica e visionaria per necessità.

“Sulla luna e sulla Terra, fate largo ai sognatori!”, tratto da Sulla luna del poeta e scrittore piemontese, è un titolo inusuale per un festival di fotografia; ma la dimensione del sogno, per sua natura disorganica e casuale, richiede una titolazione dinamica e aperta, così come inattesa è stata la condizione pandemica e visionarie sono state le risposte necessarie per fronteggiare un evento tanto inaspettato: al sogno giocoso e immaginifico ispirato a Rodari si sono sovrapposte casualità e imprevedibilità, unite alla fantasia come antidoto e risorsa contro le difficoltà del reale.

Le mostre – organizzate come di consueto nelle sedi dei chiostri di San Domenico e San Pietro, nei palazzi Da Mosto, Magnani e dei Musei, oltre che in numerose sedi all’aperto dislocate lungo il bel centro di Reggio Emilia – alternano stili e linguaggi (racconto e finzione, documento e arte) attraverso lo sguardo di artisti recenti e consolidati, proponendo una panoramica completa e complessa, frutto del consueto, ottimo lavoro della direzione artistica e tecnica.

OP 1 (Kandahar Province, Afghanistan, 2010), da The Tower Series. © Donovan Wylie

Nei Chiostri di San Domenico, al lavoro audio-fotografico L’isola di Anush Hamzehian e Vittorio Mortarotti sul senso della memoria culturale e della sua conservazione, seguono le immagini di David Jimenez in cui le forme si rincorrono lungo coppie di fotogrammi, dando vita a imprevedibili continuità e giustapposizioni di significati fra le immagini. La dura realtà della questione etnica nelle città degli Stati Uniti del sud emerge in Index G – di Piergiorgio Casotti ed Emanuele Brutti – che documenta con ossessiva lucidità la separazione economica e sociale di Saint-Louis, segnata dalla linea di mezzeria che divide i quartieri bianchi e neri della città; dalla realtà alla messa in scena, le fotografie di collage di Lebohang Kganye ricostruiscono le pratiche e i codici culturali dell’apartheid in Sud Africa.

La forza vitale di un’adolescenza prorompente e l’ineffabilità di un futuro incerto sono il centro di Halfstory Halflife di Raymond Meeks, mentre l’inquietante austerità delle torri militari di osservazione, e gli immaginari di controllo che ne conseguono, è alla base del lavoro di Donovan Wylie. Noémie Goudal edifica costruzioni impossibili che fotografa con un linguaggio simbolico e smaterializzato, mentre Yasmina Benabderrahmane indaga i simboli di un Marocco stretto fra tradizione e desiderio di modernità. Le ampie sale del primo piano sono dedicate a Sophie Whettnall che grazie a numerosi linguaggi, fra cui la fotografia, propone una riflessione sulle diverse temporalità intrinseche nei luoghi, nelle opere d’arte e nella loro fruizione.

COVID-19. (Parigi, Lockdown, 2020). © Antoine d’Agata/Magnum Photos

Sparsi per la città troviamo i paesaggi di un’India metafisica nelle immagini di Soham Gupta, le perturbanti esplorazioni al termo-scanner realizzate da Antoine D’Agata durante la pandemia, le drammatiche teatralizzazioni della realtà di Alex Majoli, la fotografia fantascientifica di Marco Di Noia che mette in scena lune giganti nei cieli di mondi possibili, gli spietati e voyeuristici racconti rubati di Jeff Mermelstein.

Palazzo Da Mosto ospita un intenso dialogo su realtà, finzione e rappresentazione fra Thomas Demand e Martin Boyce, seguiti dalla selezione di libri fotografici Home is where one starts from, a cura dFrancesco Colombelli, che esplora l’identità del domestico e il concetto di casa.

Mosaique.  © Joan Fontcuberta,

A Palazzo dei Musei Joan Fontcuberta percorre ancora una volta il perimetro del reale grazie a sottili trompe l’oeil composti da immagini nell’immagine, metafora della capacità fondativa del virtuale sul reale. Lo stesso edificio ospita Incontri! Arte e persone, la wunderkammer coordinata da Luca Manfredi dove sei persone con fragilità si sono dedicate alla progettazione collettiva di uno spazio immaginifico come rifugio dalla realtà.

A Palazzo Magnani una mostra nella mostra: True Fictions, l’ampio lavoro di ricerca curato da Walter Guadagnini sul tema della finzione in fotografia dagli anni Settanta a oggi. Dalla critica agli stereotipi di genere delle messe in scena di Cindy Sherman, la mostra propone una completa retrospettiva sulla staged photography passando per la critica sociale di Nic Nicosia, gli interrogativi sul rapporto fra immagini e memoria delle performance fotografiche di Thomas Demand, la riflessione sui media di James Casebere, fino alle provocazioni su corpo e sessualità di Andres Serrano e Julia Fullerton-Batten o agli scenari distopici con richiami biblici riattualizzati di Emily Allchurch. (Molti altri sono gli autori e le autrici in mostra, per una panoramica completa si rimanda al catalogo dedicato).

Palazzo Magnani, True Fictions.

I Chiostri di San Pietro sono dedicati ai nuovi talenti di Giovane fotografia italiana e di Speciale 18-25. I primi, sotto la guida di Ilaria Campioli e Daniele de Luigi, si sono confrontati col tema delle Ricostruzioni, così denso di significati nella difficile attualità italiana e internazionale; i progetti dei sette autori (Domenico Camarda, Alisa Martynova, Irene Fenara, Francesca Pili, Vaste Programme, Martina Zanin ed Elena Zottola) esplorano la possibilità di ricostruzione dell’esistente del mezzo fotografico, alla ricerca di una lettura più profonda e meditata della realtà.

I giovani autori di Speciale 18-25 (Bianca Arnold, Valeria Dellisanti, Gloria Di Cintio, Martina Guardini, Alida Lardini, Giuseppe Martella, Noemi Pittalà), guidati da Sara Munari, hanno sperimentato sul testo di Sulla luna, cimentandosi in una poetica operazione di fantasia fotografica.

Untitled, dalla serie Nowhere Near, 2019. © Alisa Martynova

Spazio Gerra ospita i lavori del percorso Back to Land, un inno al ritorno alla terra fra utopia e alternative possibili, elaborato da Gianluca Abbate, Martin Baraga, Annamaria Belloni e DEM nell’ambito delle residenze artistiche promosse da Mediaterra Aemilia. Esperienze di ruralità futura.

Uno scorcio sulla memoria collettiva della città di Reggio è rappresentato dalla selezione dei tesori della Biblioteca Panizzi, mentre Collezione Maramotti presenta Mollino/Insides, una reinterpretazione pittorica (Enoc Perez) e fotografica (Brigitte Schindler) dell’ultima, suggestiva dimora dell’architetto, fotografo e alpinista Carlo Mollino. Infine, Linea di confine per la fotografia contemporanea, presenta Lunario, il lavoro trentennale con cui Guido Guidi ha messo in relazione la metodologia di ricerca scientifica elaborata da Galileo nel Sidereus Nuncius con le specificità tecniche e linguistiche del mezzo fotografico.

Paul Strand, bigliettino augurale a Cesare Zavattini (1957). © Archivio Zavattini

Nonostante l’improvvisa chiusura forzata a poche settimane dall’apertura, Fotografia Europea ha dimostrato una straordinaria capacità di ripensarsi in piena corsa, attualizzando il tema generale e il senso di lavori già pianificati, aggiornandone la lettura ad eventi improvvisi e drammatici, aggiungendo nuovi sguardi per ampliare gli scenari di riflessione.

La forza degli autori, la lucidità dei curatori, l’offerta ampia e di alto profilo, fanno di Fotografia Europea un appuntamento annuale fondamentale sulla contemporaneità; raccontata, interpretata e ricostruita attraverso le innumerevoli forme di espressione messe a disposizione dal mezzo fotografico.

 

Sito web Fotografia Europea: www.fotografiaeuropea.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *