di Luca Sorbo
“Questa edizione per il 15° anniversario non si propone di offrire risposte semplici. Piuttosto, esploreremo gli spazi tra le rotture e le riparazioni, tra il conflitto e l’unità, per comprendere cosa significhi trovare un terreno comune quando il terreno stesso sembra spesso cedere sotto i nostri piedi. Esplorando le complessità, ci rendiamo conto che la riconciliazione non è solo un compromesso, ma richiede cambiamenti di paradigma e il coraggio di nuovi modi di essere.

“Come Together” sarà bello, ma anche crudo, disordinato e ruvido. Si tratta della forza e del coraggio che ci spingono a tentare di ricucire le relazioni incrinate, sia all’interno delle famiglie, sia attraverso i confini, sia nel silenzioso e disperato tentativo di riconciliarsi con il proprio io. Osservando storie in cui la guarigione è possibile, anche se incompleta e imperfetta, “Come Together” vorrebbe offrire una visione del mondo non solo così com’è, ma anche come potrebbe essere.
Come cantava chi ha ispirato il titolo di questa edizione: “I know you, you know me. One thing I can tell you is you got to be free. Come together. Right now.”
Queste parole di Paolo Woods, direttore artistico della quindicesima edizione di Cortona On The Move, il festival di fotografia che si svolge dal 17 luglio al 2 novembre, danno il senso di questa manifestazione che fin dalla nascita ha sempre avuto come scopo primario quello di essere una riflessione sulla realtà sociale e sulle problematiche ambientali.
Veronica Nicolardi, direttrice del Festival, afferma che quindici edizioni non sono un anniversario, ma una responsabilità. Afferma ancora: “Un festival deve diventare un luogo nel quale la fotografia è parte di un processo che coinvolge chi osserva, riflette ed agisce.”
È una rassegna fotografica che vuole stimolare lo spettatore ad un ruolo attivo, sia nella scelta delle mostre da vedere sia nella loro fruizione, essendo spesso delle istallazioni.
Nelle giornate inaugurali vi sono stati numerosi eventi ed incontri. Interessanti anche le Letture portfolio che hanno coinvolto esperti di comprovata fama.
La manifestazione nasce nel 2011 per l’iniziativa dell’associazione ONTHEMOVE, fondata da Alessio Barbini, Antonio Carloni e Nicola Tiezzi. Molto del suo successo lo deve alla prima direttrice artistica, Arianna Rinaldo, che ha subito dato una forte connotazione internazionale alle mostre.
Le esposizioni di quest’anno sono 23 e coinvolgono 76 artisti in diversi siti della bella cittadina toscana, provando ad affrontare il tema della riconciliazione. Come Toghether è il titolo di quest’anno, ispirato da una canzone dei Beatles. Un tema complesso che trova una sua drammatica attualità nei tanti conflitti in corso. Vuole essere una speranza che prima o poi si troverà una soluzione ed il mondo possa vivere una stagione di pace. Speriamo, anche se nulla ci induce ad essere ottimisti.
Tutte le info sono reperibili sul sito www.cortonaonthemove.com
Palazzo Baldelli, nel cuore della cittadina etrusca, è come al solito il centro delle esposizioni. Vic Bakin, fotografo ucraino, presenta una sua ricerca personale sullo sfondo della guerra che ha devastato il paese in cui vive. Il titolo è Epitome e può essere considerata una raccolta di cicatrici sia interiori che esteriori.

Edoardo Delille & Giulia Piermartiri presentano Atlas of the world che vuole essere una mappa visiva dei paesaggi trasformati dai mutamenti climatici. Federico Vespignani presenta Short-Term but Long-Term dove vengono mostrati degli screenshot da un app di incontri in cui i soldati del IDF di stanza a Gaza pubblicano selfie. Order/Caos è una selezione di W.M. Hunt/Collection Blind Pirate, realizzata appositamente per questa edizione del Festival. Parisa Azadi presenta Ordinary Grief che è il suo personale tentativo di riconciliazione con il passato di vita in Iran dopo che si era trasferita in Canada. Yael Martinez con Echoes Of Uncertain Silence mostra il dramma dei migranti messicani bloccati alla frontiera dal governo americano ed il loro percorso di guarigione fisica e ricostruzione interiore. L’Occhio Coloniale è una dura denuncia contro le violenze perpetrate dall’Italia durante il Ventennio Fascista in Africa. Una ferita rimossa dalla memoria collettiva nazionale e che prima o poi sarà necessario affrontare in modo serio. Mika Sperling con I Have Done Nothing Wrong affronta il proprio dramma personale di una violenza vissuta in famiglia e del tentativo di superare questo trauma. Maria di Maria Abranches racconta la vicenda umana di Ana Maria Jeremias che a 9 anni è stata portata con l’inganno in Portogallo per fare la cameriera. Maya Valencia con CA SA Patrina vive il disagio per aver lasciato la casa paterna a Palma di Maiorca. Supersosia di Ray Banhoff è una sorta di bestiario di personaggi della provincia italiana che desiderano essere sosia di personaggi famosi.


Nel cortile di Palazzo Casali, che affaccia su piazza Signorelli ed è sede del MAEC, è esposta, ad ingresso libero, la mostra Il Cortile 1985-2025 dell’associazione Sosta Palmizi. Le immagini sono di Davide Peterle e mostrano alcuni momenti dello storico spettacolo di avanguardia teatrale intitolato Il Cortile.
Nei panoramici Giardini del Parterre, frequentati quotidianamente dai cittadini di Cortona, è esposta la mostra di Patrik Waterhouse dal titolo Restricted Images. È una riflessione sulla colonizzazione dell’Australia e del tentativo dei Walpiri di recuperare le loro radici.

Dalla serie Restricted Images – Made with the Warlpiri of Central Australia © Patrick Waterhouse | Restricted con Julie Nangala Robertson
Attraversando l’impervia Via Crucis con i mosaici del grande pittore, originario di Cortona, Gino Severini, ci sono le immagini simbolo delle 15 edizioni del Festival. Un modo per rendere evidente l’impegno degli organizzatori nel dare alla manifestazione una identità forte.
La Fortezza del Girifalco, edificata per difendere la città, è un’altra delle sedi storiche della manifestazione. Qui troviamo una ricerca collettiva sul dramma della siccità dal titolo Cronache d’acqua- Immagini dal Sud Italia.

Jan Banning presenta Blood Bonds-reconciliation post-genocide in Rwanda. Ritratti accompagnati da testi dove si racconta il dramma dei feroci scontri tra Hutu e Tutsi e del tentativo di superare il trauma vissuto.

Dalla serie Blood Bonds: Reconciliation in Post-Genocide Rwanda © Jan Banning
Taysir Batnji, fotografo palestinese, con Distance & Belonging presenta 3 progetti in cui affronta i temi di esilio, appartenenza, identità e memoria. Alfred Jarr con Inferno & Paradiso, mostra prodotta in collaborazione con il Museo della fotografia di Losanna, presenta 20 coppie di immagini, selezionate dagli archivi di 20 tra i maggiori autori contemporanei, in cui ha chiesto di scegliere la foto che era più legata alla gioia e quella più legata al dolore.

© Foto di Veronique De Viguerie

© Foto di Bülent Kılıç
Simona Kossak con Born To Be Wild racconta la sua esperienza di ritorno alla natura vissuta con il fotografo Lech Wilczek. Flowers drink the Rivers di Pia Paulina Guilmoth abbraccia i primi due anni della transizione di genere dell’autrice.

Molte di queste mostre sono realizzate con stampe di grande formato, anche in spazi aperti. Questo dialogo con i luoghi storici e l’ambiente naturale è sicuramente una delle scelte del Festival più interessanti. La ricezione delle immagini è fortemente condizionata da questo e richiede una partecipazione attiva dello spettatore che deve spesso attraversare le opere. Questa dimensione installativa della fotografia è sempre più presente ed una delle caratteristiche del fotografico che non avendo un originale preordinato può adattarsi per formato e tecnica di stampa agli spazi espositivi.
Alla Stazione Ferroviaria di Camucia-Cortona è presentata la ricerca visiva, pensata per quest’edizione del Festival, di Christofer Anderson & Marion Durant dal titolo Family Trilogy. Narra il tentativo di riconciliazione tra l’esperienza di viaggio e di lavoro del fotografo con la sua famiglia.

Al Parco Archeologico di Cortona, dove è possibile ammirare le straordinarie tombe a cumulo etrusche, è allestita la mostra di Laura Pannak dal titolo Sorgente. È una riflessione visiva sull’importanza dell’acqua nel territorio della Valdichiana.

Cortona On The Move si conferma una delle più interessanti realtà nazionali, non solo in ambito fotografico. Ogni anno amplia la sua offerta, restando, però, sempre coerente con le idee che hanno guidato la sua nascita.