Di mondi possibili
Adesso che le misure di contenimento del virus e le restrizioni si stanno quasi ovunque allentando, molto si parla del “mondo che verrà”. Può la fotografia aprire il nostro sguardo a mondi altri?
Adesso che le misure di contenimento del virus e le restrizioni si stanno quasi ovunque allentando, molto si parla del “mondo che verrà”. Può la fotografia aprire il nostro sguardo a mondi altri?
Un’avvincente e approfondita indagine fotografica sul Transumanesimo, movimento che mira a migliorare le prestazioni mentali e fisiche dell’uomo attraverso l’uso della scienza e della tecnologia.
Con sapienza e sensibilità rare l’autore ci fa percepire di aver condiviso la propria solitudine con quella dei soggetti ritratti, in un’unione di cuori che battono, appunto, furiosamente ed insieme.
La fotografa ivoriana le ferite del suo Paese ha provato non solo a raccontarle, ma anche metaforicamente a ricucirle attraverso una minuziosa e attenta attività di ricamo sulle immagini da lei scattate e poi stampate su tela. “Ça va aller” è il lavoro che le ha consentito di vincere l’ottava edizione del prestigioso Prix Pictet.
Come spesso accade nei viaggi, si parte per cercare qualcosa e si finisce con il trovare altro. E nel mio caso a un certo punto è diventato poco importante dare una risposta alla domanda che mi ha fatto iniziare la ricerca, ovvero se i danesi fossero davvero la popolazione più felice al mondo.
Un progetto che fa del rifiuto una rivoluzione e che, attraverso un racconto artistico ha potuto tracciare la linea di una sfida così importante, ovvero trarre beneficio – energetico, ambientale e collettivo – da ciò che è destinato all’oblio.
Non solo un progetto fotografico, ma la dimostrazione che il cambiamento parte dal singolo individuo, che la condivisione è un’arma potentissima. Per combattere i pregiudizi contro “l’amore non convenzionale”, in molti Paesi ancora considerato illegale.
Woong Soak Teng e Ang Song Nian hanno affrontato attraverso la fotografia e l’installazione il rapporto dell’uomo con le piante, riflettendo sul modo in cui il genere umano tenta di operare un’azione di controllo sul regno vegetale. Un tema urgente per un futuro sostenibile.
Le città del nord Europa, afferma il fotografo, si distinguono per la capacità di coniugare progresso tecnologico e salvaguardia ambientale, per aver adottato, come unità di misura, il benessere dell’uomo.
Fotografia per un mondo migliore: l’infaticabile lavoro di sensibilizzazione, attraverso mostre e pubblicazioni, svolto da organizzazioni come la britannica Hard Rain Project. E il contributo della tecnologia e delle immagini satellitari.
Un’opera complessa e affascinante, in cui le immagini trascendono il contenuto per evocare un’idea, conducendo l’osservatore verso l’esperienza di una riflessione profonda e originale sul rapporto fra genere umano, tecnologia e natura.
Tonnellate di plastica riversate nelle acque e nei mari, uno scempio che le due artiste hanno voluto raccontare in un itinerario composto da allegoriche costruzioni concettuali al fine di generare nuova quanto necessaria responsabilità.
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