Lo sguardo brillante e irriverente del fotografo inglese Paul Graham consegna alle nuove generazioni europee e statunitensi un prontuario per immagini dei grandi temi che si troveranno ad affrontare, tratteggiando – fra affinità e differenze – la complessa linea di demarcazione che corre lungo le due sponde del mondo occidentale.
Dodici tappe, da Troia a Itaca, ripercorrendo la rotta di Ulisse: il fotografo italiano Stefano De Luigi ha viaggiato nel 2012 per alcuni mesi seguendo le peregrinazioni per mare e per terra dell’eroe omerico, raccontando l’attualità dei luoghi che visitò l’astuto eroe, tramite l’uso del più contemporaneo dei mezzi.
Il camminare come pratica estetica: l’artista restituisce una descrizione intima e poetica di una città che manifesta nei margini la sua più segreta natura, riecheggiando antiche civiltà. Le fotografie di Rovaldi raccontano di alberi e grandi spazi, di oggetti abbandonati a terra, di immensi prati incolti, di cemento che mostra i segni del tempo, di frammenti di carta strappata, catrame, edifici di mattoncini, reti metalliche, e di nuovo segni, segni ovunque.
Cosa hanno visto che noi non potremmo vedere? Ogni scatto e singola parola di Caimi&Piccinni, Simone Cargnoni, Francesco Faraci, Francesco Malavolta e Alessandro Penso appare come tassello di un puzzle di inenarrabile geografia, in cui confini, limiti, barriere e distanze assumono un valore nuovo insieme a una distorsione generata da processi storici che si abbattono su milioni di persone inermi.
Attraverso la fotografia e la scultura, Mari Katayama supera il confine fra umano e post-umano, ovvero il limite fra il corpo che ci appartiene e ciò che si innesta all’esterno di esso, utilizzando il proprio corpo come campo di sperimentazione.
Il paesaggio americano visto attraverso lo specchietto retrovisore e i vetri dell’auto. Un’esplorazione visionaria oltre il già noto, oltre l’ovvio, in un gioco di riflessi e ironici rimandi, in cui ogni scatto restituisce una visione nuova degli States.
L’artista londinese Jacqui Kenny soffre di agorafobia da lungo tempo, ma ha trovato il modo di girare il mondo senza lasciare la propria casa, grazie a internet, alla fotografia e ad una buona dose di creatività. E ha aperto un account Instagram di successo con migliaia di followers.
Frutto di un lungo viaggio in due tappe lungo le coste della penisola italiana, “Orizzonte in Italia” di Antonio Rovaldi è un’immagine complessa che si è formata nel tempo, attraverso un accumulo di sguardi; è traccia di un’esperienza, personale e circoscritta, e di un immaginario, collettivo e sconfinato.
Il fotografo americano ha saputo concentrare un’intera giornata in un’unica fotografia: ogni immagine finale, somma di molte altre, racchiude l’essenza di un luogo tra l’alba e il crepuscolo e ambisce a registrare una durata, ad essere la visualizzazione consapevole dello scorrere del tempo.
Il racconto di quel lungo confine invisibile che per oltre 40 anni ha diviso l’Europa in due sfere di diversa influenza politica. Nel 2008, Monteleone ha percorso 4000 km per documentare, con sguardo al contempo descrittivo e narrativo, una profonda frattura di cui ancora oggi si percepiscono le eredità.
Appassionato fotografo, il poeta simbolo della Beat Generation ha catturato istanti estrapolati dal vortice dell’esistenza. Un diario per immagini on the road, scattate in viaggio in diversi Paesi in compagnia delle più “belle menti” della controcultura americana.
“Il viaggiatore parallelo” raccoglie immagini e parole, accumulate in molti anni di viaggi in treno lungo la penisola italiana. Un libro in cui l’autore ci consegna un sentimento profondo e parallelo del viaggio, in cui persone e vedute, spazi e tempi diversi si compenetrano e si riflettono l’uno nell’altro.
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