di Dario Orlandi
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Le splendide sale del Palazzo delle Esposizioni di Roma ospitano, fino al prossimo 13 aprile Metropoli, la grande retrospettiva su Gabriele Basilico curata da Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia, inaugurata lo scorso 25 gennaio. È un’antologia ampia e approfondita (oltre 250 immagini che spaziano dagli anni Settanta fino ai Duemila) che ripropone il percorso del fotografo milanese dai suoi primi lavori italiani fino ai grandi progetti internazionali di documentazione dei tessuti urbani.
Gabriele Basilico è uno degli autori che più acutamente ha saputo utilizzare la fotografia di architettura come strumento di lettura dei territori, del senso e delle prospettive dei luoghi antropici. Le immagini solide e rigorose, in cui ricorre la straniante assenza di figure umane, consentono di addentrarsi nel vivo della forma urbana come proiezione della volontà dell’uomo e nel complesso rapporto fra questi e lo spazio da lui modellato. Lo sguardo del fotografo non cede alla retorica dei luoghi, soffermandosi sovente su scenari marginali che segnano il declino dell’epoca industriale e sulle stratificazioni che caratterizzano la complessa e talvolta dolorosa evoluzione dei contesti urbani.
Nella prima sala della mostra sono illustrati i più importanti lavori del fotografo milanese dedicati all’Italia: vi si trovano i celebri Ritratti di fabbriche (1978-1980), dove la forma delle costruzioni industriali assume la valenza simbolica di un’epoca in rapido cambiamento, a cui si affianca l’importante ricerca sviluppata con Stefano Boeri sull’espansione incontrollata delle periferie italiane nel secondo dopoguerra (Sezioni del paesaggio italiano, 1996).
Le due sale centrali dell’esposizione ospitano le ricerche sulle più importanti metropoli del mondo. Roma, Mosca, Shanghai, San Francisco, Istanbul sono alcune delle molte città che Gabriele Basilico ha percorso nel suo paziente lavoro di indagine: alla ricorrenza delle geometrie urbane come segno della generale vocazione umana verso la costruzione di contesti aggregati si affiancano le differenze geografiche, morfologiche, culturali e sociali che esaltano il genius loci e la sua capacità di protendersi nell’organizzazione dello spazio. L’occhio attento del fotografo, pur sensibilmente affascinato dal denso vissuto dei suoi soggetti, non indulge mai al pittoresco, ricercando sempre l’essenza di un territorio come forma simbolica: la città è un rituale collettivo, una scelta e un desiderio, una necessità e una proiezione che celebra la natura umana nella complessa varietà delle sue epifanie.
L’aspetto controverso del manifestarsi dell’uomo nei luoghi emerge con drammaticità nell’ultima sala, il ballatoio, dove sono messe specularmente a confronto le immagini del 1991 di una Beirut devastata dalla guerra civile e quelle del 2011 dove la città ricostruita rifiorisce a nuova vita.
Metropoli è una mostra intensa e coinvolgente, arricchita da un’ampia biografia sull’autore e da un ottimo apparato di informazioni audio lette dalla curatrice Giovanna Calvenzi, sul lavoro di uno dei fotografi che con maggiore profondità ha saputo addentrarsi nell’essenza dello spazio costruito dall’uomo.
GABRIELE BASILICO | METROPOLI
a cura di Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia
catalogo edito da Contrasto
Palazzo delle Esposizioni
via Nazionale 194, Roma
25 gennaio – 13 aprile 2020
dom – mar – mer – gio: 10:00 – 20:00
ven e sab: 10:00 – 22:30
4 febbraio 2020