di Lorenzo Lombardi
Dopo l’annuncio delle foto finaliste sono state presentate in anteprima alla stampa mondiale le foto vincitrici che sono state mostrate dal vivo il 17 Maggio nella suggestiva De Nieuwe Kirk, ad Amsterdam, storica Chiesa oggi secolarizzata e diventata luogo di cultura, concerti e mostre. Come al solito c’eravamo anche noi di Photolux Festival dove ha presenziato il nostro direttore artistico Enrico Stefanelli.
Per il secondo anno di fila la foto vincitrice in assoluto parla del dramma di Gaza e dei civili sotto le bombe israeliane. Lo scorso anno era una donna che teneva il cadavere di un bimba di 5 anni avvolto nel panno bianco con una posizione così intensa per inquadratura e colori che è stata definita la “Pietà di Gaza”.(mettere link) Non si vedevano i volti né della donna (la zia della bambina) avvolto in un lungo abito tradizionale blu intenso, né quella della bambina avvolta nel tristemente classico panno bianco.
Quest’anno vince la foto di un bimbo, vivo, in posa. Ma senza braccia. Un gioco di luci illumina il volto quasi ieratico del bambino in canottiera, una foto così tristemente perfetta che fa pensare ad una antica statua greca, rimasta perfetta ma mutilata dal tempo. Ma Mahamoud Aijour, questo il nome del bambino di 9 anni, non è una statua e non è stato mutilato dal tempo, ma da un raid dell’IDF. Nel Marzo 2024 stava fuggendo dalle bombe insieme alla sua famiglia e l’esplosione ha subito tranciato di netto un braccio e “rovinato” così tanto l’altro che anche in quel caso è stato necessaria l’amputazione. La foto è stata scattata dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf, prima palestinese a vincere il World Press Photo. Ora entrambi si trovano a Doha, in Qatar, scappati dalla guerra, si sono conosciuti lì e così la fotografa ha chiesto al bambino di posare per lei a simbolo di tutti i minori vittime della guerra a Gaza e nel mondo. Il bimbo è in attesa di cure mediche e forse di due protesi che possano rendere meno faticoso il resto della sua vita. Come racconta la didascalia che si legge accanto alla foto, secondo il report Unwra dell’Onu al dicembre 2024 a Gaza vi era la percentuale pro capite più alta al mondo di bambini amputati.
Una foto destinata a far discutere? Sì e per fortuna. A questo serve il fotogiornalismo ed a questo serve il World Press Photo. Però va aggiunto un dettaglio nella discussione. La foto non è stata pubblicata su un giornale di un paese arabo o del “mondo alternativo all’occidente”. La foto è stata pubblicata sul New York Times, giornale simbolo degli Stati Uniti e dell’Occidente, ed anche giornale che ha sempre portato avanti la difesa del giornalismo libero.
La presidente della giuria quest’anno è stata Lucy Conticello, direttrice della fotografia per M, il magazine di Le Monde, altro storico giornale francese. “Questa fotografia parla dei costi lunghi della guerra, del silenzio che perpetua la violenza e del ruolo del giornalismo nel mostrare queste realtà” ha spiegato la giuria.
Come ogni anno potrete vedere dal vivo questa e le altre foto vincitrici e finaliste del World Press Photo dal 22 novembre al 14 dicembre 2025 come sempre al Photolux Festival e come ogni anno ad accompagnare le foto ci saranno le “nostre” visite guidate che uniranno alla potenza della foto il racconto che le caratterizza.
Tutti fotografi premiati nelle diverse categorie sul sito del World Press Photo.
Lorenzo Lombardi
Giornalista e Reporter – Analista dei media e delle fonti aperte.
Guida del World Press Photo al Photolux Festival