I PRIMI VENT’ANNI DI FOTOGRAFIA EUROPEA

di Luca Sorbo

Avere 20 anni è il tema scelto per la ventesima edizione di Fotografia Europea, inaugurata il 24 aprile fino all’8 giugno. Il Festival si interroga sui dubbi, le paure e le possibilità di una generazione che vive un’epoca di grandi cambiamenti. È anche l’occasione di un bilancio dei primi 20 anni di questa manifestazione che si è affermata come l’evento fotografico più importante in Italia e tra i principali a livello internazionale. Nata nel 2005 come Settimana Europea della Fotografia, è riuscita ad intercettare molte delle tensioni di una cultura fotografica che cercava una legittimazione artistica. Molto lucida l’analisi esposta da uno dei curatori, Walter Guadagnini, nell’ introduzione al catalogo in cui sottolinea che il Festival nasce nell’ambito di una regione, l’Emilia Romagna, che fin dalla fine degli anni Sessanta del Novecento, particolarmente per opera di Carlo Arturo Quintavalle e dello CSAC, aveva organizzato iniziative di altissimo livello sulle impronte di luce e che a tutto oggi presenta eccellenze a Modena, a Bologna ed a Parma. Il successo e l’importanza del Festival sono dovuti, quindi, all’indubbia qualità di tutte le iniziative, ma anche ad un contesto culturale che valorizza tutto quanto viene organizzato. Il pubblico, anche dei non addetti ai lavori, è sempre numeroso ed attento.

Nella serata inaugurale, la direzione artistica, affidata a Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia e Direttore di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict), ribadisce l’impegno di rendere il Festival un momento di incontro e riflessione sulla società contemporanea.

Attesa, Opera 32, 2008

Cuore dell’evento sono i Chiostri di San Pietro dove ci sono 7 mostre ed in particolare la retrospettiva di Daido Moryama, organizzata dall’Instituto Moreira Salles e curata da Thyago Nogueira. Una mostra imperdibile per comprendere il lavoro del grande autore giapponese. Sono esposti tutti i suoi libri e molti sono anche consultabili. Il curatore mi racconta che è stato un mese nello studio di Moryama e che ha cercato di dare un’interpretazione del suo lavoro fedele al reale percorso artistico, evitando le semplificazioni che spesso si ritrovano sui social. Il catalogo ben stampato, è il segno più evidente del lavoro di Thyago Nogueira, poiché viene ricostruita in dettaglio la vicenda umana e professionale e sono riportate le sue principali pubblicazioni.  Sempre ai Chiostri di San Pietro, Andy Sewell presenta Slowly and Then All at Once, mentre Claudio Majorana, con un elegante ed intenso Bianco e nero, espone Mal de Mer. Ghazal Golshiri & Marie Sumalla presentano You don’t die, mentre Vinca Petersen porta Raves and Riots. Jessica Ingram presenta We are Carver,  mentre Haddé Comar propone How was your dream? Non mancheranno le visioni di Kido Mafon con IFUCKTOKYO – DUAL MAIN CHARACTER o di Toma Gerzha con Control Refresh. Infine, Karla Hiraldo Voleau presenta Frammenti.

Attesa, Opera nr.30 – 2000

A Palazzo da Mosto, Federica Sasso presenterà Intangibile, commissione ufficiale del festival 2025, mentre tra i progetti selezionati dalla giuria della Open Call figurano Michele Borzoni e Rocco Rorandelli, autori di Silent Spring, e Matylda Nizegorodcew con Octopus’s Diary. Un ampio spazio sarà dedicato ai libri fotografici con Fluorescent Adolescent, mostra curata da Francesco Colombelli. Il festival proseguirà con Speciale diciottoventicinque, progetto dedicato ai giovani curato da Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini, e con Electric Whispers di Rä di Martino, sotto la cura di Maria Rosa Sossai. Infine si prosegue con Women See Many Things, progetto di WeWorld lungo la Swahili Coast.

Tra le collaborazioni speciali, Palazzo dei Musei ospiterà Luigi Ghirri. Lezioni di fotografia, progetto dedicato a Luigi Ghirri curato da Ilaria Campioli.

Lo stesso spazio accoglierà Giovane Fotografia Italiana #12Premio Luigi Ghirri 2025, che raccoglie gli sguardi delle nuove generazioni sul tema Unire/Bridging. Molto interessanti tutti i lavori dei 7 finalisti che hanno scelto tematiche molto intense con allestimenti particolari ed efficaci. Il vincitore è stato Davide Sartori con il progetto The shape of our eyes, other things I wouldn’t know in cui il fotografo ha esplorato il legame padre-figlio, favorendo una più ampia riflessione critica sulla mascolinità. Gli altri finalisti, tutti under 35, sono stati: Daniele Cimaglia (Roma, 1994), Giuseppe Odore (Pompei, 1995), Rosa Lacavalla (Barletta, 1993), Sara Lepore (Carpi, Modena, 1999), Grace Martella (Tricase, Lecce, 2006), Erdiola Kanda Mustafaj (Elbasan, Albania, 1992) e Serena Radicioli (Latina, 1997).

Lo Spazio Gerra  invece è stata la sede di Volpe Laila Slim e gli altri. Resistere a vent’anni, un’indagine curata da Stefania Carretti, Lorenzo Immovilli, Erika Profumieri, Massimo Storchi e Marco Cerri.

La Biblioteca Panizzi ha ospitato  la mostra, curata da Monica Leoni, Elisabeth Sciarretta e Laura Gasparini, dal titolo Attraverso la luce. I primi 20 anni della fotografia nelle collezioni della Biblioteca Panizzi, dedicata alla fotografia delle origini: fotografie su carta salata, dagherrotipi, ambrotipi, ferrotipi e album delle collezioni della Fototeca.

Nella Sala Bellocchi è visitabile l’esposizione, a cura di Monica Leoni ed Elisabeth Sciarretta, dedicata alla collezione di Michael G. Jacob alla riscoperta della fotografia post mortem nell’epoca vittoriana. La mostra ha l’intento di illustrare il legame di affezione e rispetto di quella cultura che indusse i vivi a ricordare i propri defunti, analizzando come, dopo gli anni Quaranta del XIX secolo, la fotografia sia diventata centrale anche nel modo di sentire e vivere. È stato prodotto anche un interessante catalogo di approfondimento sull’argomento. Ricordiamo che il collezionista inglese, Michael G. Jacob, originario di Livepool, ha donato una parte della sua preziosa collezione alla Biblioteca.

la Collezione Maramotti ha accolto This Body Made of Stardust di Viviane Sassen. La mostra costituisce la più estesa presentazione del lavoro della fotografa olandese in Italia fino ad oggi ed è curata dall’artista stessa. In un percorso non narrativo, costruito per frammenti visivi e collegamenti formali tra immagini in apparenza molto diverse, Sassen ci invita a entrare nel suo universo poliedrico, onirico e seducente, di-stillato dal quotidiano, intriso di Surrealismo, scaturito dall’incontro dell’artista (le sue fantasie, le sue ossessioni, le memorie e le paure) con il mondo esterno.

Interessante anche l’ampia sezione Off del Festival che coinvolge la città e la provincia. Segnalo solo l’omaggio delle attività commerciali di piazza San Prospero a Stanislao Farri e le mostre presentate a via Due Gobbi.

Il catalogo di Fotografia Europea si presenta come un vero e proprio libro fotografico che riassume tutti gli eventi espositivi presentati.

Tutte le info sono reperibili sul sito www.fotografiaeuropea.it

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