di Luca Sorbo
“Sin dalla nascita della fotografia, il corpo si è subito imposto come uno dei soggetti principali del nuovo mezzo. Il corpo da scoprire, da denudare, da osservare. È il luogo del piacere, ma anche del dolore, vulnerabile, ma anche potentissimo. Oggi più che mai è il territorio di tutte le battaglie: identitarie, di genere e politiche, individuali e collettive. Il corpo può essere mercificato e santificato. Il corpo perfetto è una menzogna avvolta in una illusione. Il corpo è da celebrare in tutte le sue forme e contro tutti i dictat. È un luogo di libertà e uno spazio da liberare. Per alcuni è una tela su cui creare con tatuaggi, scarnificazioni o make up. Per l’industria e per l’esercito che aspirano al corpo macchina è uno strumento da migliorare. Ma soprattutto, il corpo è in continua battaglia contro la fine della morte. È il corpo morto per sempre immobile, assomiglia ad una fotografia che non dovremmo aver paura di guardare.”
Queste parole di Paolo Woods, direttore artistico di CORTONA ON THE MOVE, ci introducono in modo efficace alla quattordicesima edizione del festival di fotografia che ha per titolo BODY OF EVIDENCE.
Il tema è stato affrontato attraverso 18 mostre individuali, 4 collettive, dislocate in 6 luoghi della cittadina di Cortona, che chiusa dalla cinta muraria etrusca e con pregevoli testimonianze del Medioevo, domina la Valdichiana. Cortona da molti decenni è sede di un turismo colto ed internazionale che ne fanno un luogo privilegiato per proporre un dibattito culturale di alto livello.
Il festival è stato inaugurato l’11 luglio e tutte le mostre saranno visitabili fino al 3 novembre.
Veronica Nicolardi, direttrice di CORTONA ON THE MOVE sottolinea: “Al centro della missione del Festival rimane la produzione di contenuti originali ed inediti, l’interazione ed il coinvolgimento con territorio, la prospettiva internazionale e le collaborazioni che promuovono la contaminazione culturale, permettendoci, così, di parlare ad un pubblico sempre più ampio.
Considerando queste premesse visitiamo le varie mostre.
Alla stazione ferroviaria di Camucia, frazione di Cortona, vi è la collettiva, The body as a Canvas. Gli artisti coinvolti sono: Alexander Anufriev, Charles Frèger, Herbert Hoffman, Chloé Jafé, Mark Leaver, Denis Rouvre, Klaus Pichler, Uriel Sinai, Florian Spring, Dougie Wallace, Hanne Zaruma. Le immagini indagano le differenti situazioni in cui sono utilizzati i tatuaggi e come il corpo diventa una superficie per esprimere sentimenti, proteste ed emozioni.
All’ Ex Magazzino delle Carni abbiamo Ken Graves&Eva Lipman con la mostra Restrain and desire. La coppia di artisti, che collabora da un trentennio, ha fotografato molteplici situazioni facendo emergere le tensioni tra separazione e intimità, liberazione e contenimento, vulnerabilità ed eccessi.
A Palazzo Baldelli, sede principale del festival, abbiamo 12 mostre.
Alessandro Cinque presenta Atrapanieblas (fog net) in cui documenta il sistema di reti adoperato per raccogliere l’acqua in Perù. Niccolò Rastrelli con They don’t look indaga il fenomeno dei Cosplay e le possibilità di modificare la propria identità attraverso il mascheramento. Szabololcs Barakonyi con Cold Trail-Forensic Realism ha documentato le tracce lasciate sui luogo del crimine, accompagnando la polizia ungherese. Gabriele Basilico con Contact riflette sul rapporto tra corpo ed oggetto fotografando le impronte che vari tipi di sedie lasciano su un corpo nudo. Maurizio Berlincioni con Fotocoppie, un libro pubblicato nel 1982, costruisce un set dove varie persone sono fotografate nude sedute su un divano e poi il libro è costruito in modo tale che lo spettatore può affiancare differenti soggetti. Carl Ander con Static Motion riproduce alcune foto prese da manuali sportivi, senza però riportare le didascalie. Le immagini così decontestualizzate hanno un effetto straniante. Di grande impatto e pregio l’opera di Philip Montgomery dal titolo American Mirror in cui vengono mostrati l’evoluzione ed i conflitti della società americana. Carmen Vinant con The last celebra la difesa dei diritti e la creazione di legami all’interno della comunità di operatori che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza. Rehab Eldalil con From the ashes, I rose realizza una produzione originale all’interno dell’ospedale di chirurgia ricostruttiva di Medici Senza Frontiere ad Amman, in Giordania. Matthieu Nicol con Test subjects pone in essere un gioco di rappresentazione con immagini provenienti da archivi militari e scientifici. Valery Poshtarov con Father and Son fotografa padri che si tengono per mano con i loro figli. Una sezione di questo progetto, sostenuta dal Festival, è esposta nel cortile di Palazzo Casali in sono ripresi padri e figli di Cortona o di luoghi del Centro Italia. Toni Amengual con Androids in the woods indaga la perdita della fisicità nei rapporti on line.
Sempre a Palazzo Baldelli vi è un’iniziativa a favore delle nuove generazioni con COTM for Kids e il progetto espositivo Giro Giro Corpo. Fotolibri per bambini e adulti bambini, pronto a usare il linguaggio della fotografia per trasformare la lettura in un viaggio interattivo, con la realizzazione di Spazio BK e del collettivo Kublaiklan che affianca la direzione artistica del festival di Paolo Woods.
Sulla Via Crucis, una strada di Cortona, Pelle Cass presenta l’opera Crowded Fields fotografa con un treppiede migliaia di persone e poi assembla le figure selezionate in un’immagine finale.
Alla Fortezza del Girifalco, che domina Cortona e tutta la valle, sono allestite 5 mostre. Molto interessante l’esposizione Corpi Celesti che conferma la collaborazione con la Fondazione Alinari. Sono stati coinvolti due intellettuali come Nicola Lagioia e Chiara Tagliaferri che hanno selezionato delle immagini creando un dialogo con le foto d’epoca.
Presentato anche il progetto Cronache d’acqua, nato in collaborazione con Intesa San Paolo, che intreccia 10 racconti sul ciclo dell’acqua, indagando le diverse possibilità in cui si manifesta.
La mostra This is the end esplora i modi in cui la morte è stata affrontata da tutti i tipi di fotografia, attraverso opere storiche, vernacolari, antropologiche o artistiche.
Myriam Boulos con l’esposizione, Sexual Fantasies, lascia che le donne parlino dei propri desideri, mettendo in discussione le modalità coloniali, patronali che solitamente le rappresentano secondo uno sguardo maschilista.
Pawel Jaszczuk con Y€$U$ indaga la figura di Gesù come icona pop che viene mercificata come qualsiasi altra immagine.
Al Largo del Beato Angelico abbiamo Giuliana Parlato & Giovanna Petrocchi che con MUSE analizzano come la figura femminile è stata rappresentata nei secoli dall’arte figurativa. Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con il Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona.
Nato nel 2011, Cortona On The Move, si è conquistato un posto di rilievo tra le manifestazioni nazionali ed internazionali, sottolineando la capacità del linguaggio fotografico di analizzare aspetti critici della società contemporanea.
La fotografia, nonostante la straripante quantità di immagini a cui siamo sottoposti, conferma di avere un ruolo privilegiato nel nostro confronto con il mondo.
È disponibile un agile catalogo in cui sono riportati in modo sintetico tutti i progetti presentati al Festival.
Per altre info si rimanda al sito www.cortonaonthemove.com