di Chiara Ruberti
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Per Cortona on the Move il 2021 ha rappresentato un importante giro di boa. Dalla prossima edizione la direzione sarà affidata a Veronica Nicolardi e la direzione artistica a Paolo Woods. Abbiamo chiesto alla nuova direttrice di raccontarci brevemente questa transizione, inquadrando il passato e il futuro del Festival.
L’edizione 2021 di Cortona On The Move è stata l’ultima sotto la direzione di Antonio Carloni e Arianna Rinaldo. Si chiude un ciclo per il Festival, cos’ha costruito COTM in questi dieci anni e quali i lasciti più significativi della loro direzione?
Arianna Rinaldo e Antonio Carloni hanno dato vita a Cortona On The Move, permettendone la crescita e lo sviluppo, rendendolo ciò che è ora: un festival riconosciuto a livello internazionale, punto di riferimento in Italia e in Europa.
Mantenendo uno sguardo, quello di Arianna, sempre vicino e diretto su ciò che stava accadendo nel mondo, il festival si è evoluto anche a partire dai cambiamenti del linguaggio visivo e ha utilizzato un ampio spettro di strumenti di narrazione.
L’incessante propositività di Antonio, alimentata dalla sua incredibile vivacità di idee, ha permesso di integrare l’offerta del festival con progetti speciali e innovativi che hanno coinvolto partner importanti come Intesa Sanpaolo e Canon.
Sono stati anni incredibili, caratterizzati da una continua crescita sia del festival sia del team che nel tempo si è costruito e definito intorno alla loro direzione. Il mio incontro con Antonio, in particolare, è stato determinante per il mio percorso lavorativo. Noi due, più di tutti, abbiamo fatto di Cortona On The Move il nostro lavoro, non ci siamo mai arresi né mai abbiamo smesso di scommettere. Quando mi sono laureata in Ingegneria Gestionale non avrei mai immaginato che la mia passione per la fotografia, che mi ha portato ad avvicinarmi a Cortona On The Move, avrebbe condizionato e delineato in modo totalizzante il mio futuro lavorativo.
Sei nello staff di COTM fin dalle primissime edizioni del Festival, tra i progetti che hai seguito in questi anni ce ne sono alcuni ai quali tieni particolarmente e che ti hanno dato maggiori soddisfazioni?
Sono arrivata a Cortona nel 2013, a meno di un mese dall’inaugurazione della terza edizione e solo l’anno dopo, nel 2014, abbiamo sviluppato a partire da un’idea del fotografo Alessandro Penso, European Dream-Road to Bruxelles, il progetto a cui in assoluto sono maggiormente legata. In collaborazione con UNHCR abbiamo allestito una mostra all’interno di un camion che, partito da Bari, ha attraversato in diverse tappe l’Italia (Ancona, Roma, Firenze, Milano) e l’Europa (Ginevra, Strasburgo) e ha raggiunto Bruxelles con lo scopo di far conoscere i rischi che i migranti affrontano nel loro viaggio e le leggi europee in materia, cercando di abbattere pregiudizi e stereotipi che alimentano i conflitti. Le immagini del camion parcheggiato ai Fori Imperiali e dinanzi al Parlamento Europeo mi suscitano ancora una profonda emozione.
Nel 2015 abbiamo partecipato, in partnership con 16 festival europei, al progetto Flâneur realizzato grazie al supporto del programma dell’Unione Europea Creative Europe. Un progetto che mi ha permesso di viaggiare molto, scoprire e conoscere personalmente autori ed esperti del mondo della fotografia europea.
Non posso ovviamente non includere The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance, il progetto che ha avuto un’influenza importantissima sul festival. A marzo 2020 la maggior parte dei Paesi del mondo è stata sconvolta dalla pandemia da COVID-19. Come organizzatori del festival abbiamo dovuto annullare l’edizione 2020 prevista e rivedere i nostri piani, una decisione sofferta che ha riguardato in realtà la maggior parte degli operatori culturali. Adattandoci a scenari completamente nuovi, con il sostegno dei nostri partner abbiamo reagito rapidamente creando in soli due mesi la piattaforma multimediale The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance con l’intento di creare, attraverso contenuti commissionati provenienti da diverse parti del mondo, una memoria storica per il momento che stavamo vivendo. The COVID-19 Visual Project. A Time of Distance è diventata poi la protagonista dell’edizione fisica del festival: mostre, seppure in numero inferiore, ed eventi realizzati con alcune restrizioni.
La nuova direzione di COTM è affidata a te e a Paolo Woods, cosa cambierà? Quale la vostra visione per il futuro del Festival?
Quello che vogliamo è che il festival continui a essere un punto di riferimento internazionale. Sarà un festival attento a indagare la nostra epoca e al tempo stesso a esplorare come la fotografia si sta evolvendo per raccontarla. Il tema sarà selezionato di anno in anno per guardare in prospettiva la contemporaneità. Le novità che apporteremo e che daranno al festival un’identità immediatamente riconoscibile sono tante e presto le annunceremo!
Sito web Cortona On The Move: www.cortonaonthemove.com