CONFINI

Ognuno prende i limiti del suo campo visivo per i confini del mondo.
Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851

Il limite non necessariamente inteso come linea da non superare, ma piuttosto come possibilità.
Lo sconfinare, l’avventurarsi, nello spazio e nel tempo, in una rilettura costante del mondo che abitiamo e di quello che immaginiamo.
Una selezione di autori e progetti che fanno dei confini, dei margini l’orizzonte privilegiato del proprio sguardo;
con un’incursione nell’attualità più dolorosa, per riportare lo sguardo sul conflitto che continua a consumarsi tra Russia e Ucraina.

Paul Graham – Europe: America. I segni della storia

Lo sguardo brillante e irriverente del fotografo inglese Paul Graham consegna alle nuove generazioni europee e statunitensi un prontuario per immagini dei grandi temi che si troveranno ad affrontare, tratteggiando – fra affinità e differenze – la complessa linea di demarcazione che corre lungo le due sponde del mondo occidentale.

Antonio Rovaldi – Il suono del becco del picchio

Il camminare come pratica estetica: l’artista restituisce una descrizione intima e poetica di una città che manifesta nei margini la sua più segreta natura, riecheggiando antiche civiltà. Le fotografie di Rovaldi raccontano di alberi e grandi spazi, di oggetti abbandonati a terra, di immensi prati incolti, di cemento che mostra i segni del tempo, di frammenti di carta strappata, catrame, edifici di mattoncini, reti metalliche, e di nuovo segni, segni ovunque.

Confini di guerra: cosa avete visto che noi non potremmo?

Cosa hanno visto che noi non potremmo vedere? Ogni scatto e singola parola di Caimi&Piccinni, Simone Cargnoni, Francesco Faraci, Francesco Malavolta e Alessandro Penso appare come tassello di un puzzle di inenarrabile geografia, in cui confini, limiti, barriere e distanze assumono un valore nuovo insieme a una distorsione generata da processi storici che si abbattono su milioni di persone inermi.